Abbiamo notato tutti che nella giornata di ieri, Martedì 2 Giugno, su Instagram milioni di utenti da ogni angolo del globo hanno postato sui loro profili un’immagine nera. Un piccolo tassello scuro nel campo infinito della rete seguito da un’hashtag, #blackouttuesday.

Il fatto di cronaca.

Tutto parte dalla morte di George Floyd, avvenuta lo scorso 25 maggio nella città di Minneapolis, in Minnesota, a causa delle forze di polizia degli Stati Uniti d’America. La notizia di quanto accaduto ha fatto il giro del mondo attraverso i media, tramite la condivisione del filmato in cui si vede, per 8 minuti e 46 secondi, un agente di polizia premere il ginocchio sul collo di Floyd impedendogli di respirare.

Minuti violenti, immagini di terrore ed un unico grido d’aiuto: i can’t breathe, non respiro.

Questo episodio ha generato nei giorni scorsi proteste e manifestazioni in molti continenti per sottolineare una presa di posizione che è contraria all’abuso di potere e l’odio razziale.

Anche sui social sono state innumerevoli le dimostrazioni di solidarietà che hanno portato consapevolezza, informazione e hanno creato possibilità di discussione e dialogo tra milioni di utenti.

L’hashtag #blackouttuesday top trend del giorno.

#blackouttuesday è l’hashtag che accompagna il quadratino nero che sta popolando i social in questo momento.

A lanciarlo per primi sul web come forma di protesta silenziosa e di dissenso, sono stati esponenti del mondo della musica, seguiti a ruota da brand importanti e più in generale persone dell’ambito artistico.

L’intento iniziale era quello di dare un messaggio, un invito a fermarsi e porre attenzione sulle proteste in corso, piuttosto che sulla condivisione di altri contenuti.

La forza di Internet e della divulgazione tramite social risiede anche nella trasformazione e nel cambiamento continuo, per cui la pubblicazione del tassello nero è diventato più ampiamente la richiesta di giustizia per l’uccisione di Floyd e per tutte le vittime degli abusi di potere.

Una presa di coscienza individuale e collettiva dell’essere antirazzista e di volere un mondo lontano dalla violenza e gli abusi.

Tra le personalità note e i brand che hanno risposto al grido #blackouttuesday vi sono Robbie Williams, Armani, Gucci, Apple, Amazon, YouTube, Spotify e molti altri ancora.

Un’altra iniziativa lanciata in occasione di quanto accaduto è stata la trasmissione del video prodotto da ViacomCBS su SkyTg24. Il suono di un respiro in un video della durata di 8 minuti e 46 secondi con un’unica immagine nera di sfondo e la scritta “i can’t breathe”.

Don’t Do It: il video di Nike contro il razzismo

Uno tra i primi brand a schierarsi e ad assumere una posizione forte e decisa in merito alla lotta contro il razzismo è stato Nike.

Attraverso un video emozionale, che ha come punto focale uno sfondo nero, condiviso sui suoi canali social ha stravolto il suo famosissimo claim per lanciare un potente messaggio: For once, Don’t Do It.

Questo video è diventato virale e ha raccolto innumerevoli consensi da chi ogni giorno si batte per l’uguaglianza, tanto da essere stato condiviso su Twitter anche da Adidas, in un gesto di solidarietà che va oltre la mera rivalità tra competitor.

#blackouttuesday e il suo sfondo nero sono diventati in poche ore un monito, indispensabili per ricordarci che insieme possiamo essere liberi e che il mondo è nelle nostre mani e cambiarlo è possibile.