A dispetto di quello che può sembrare, vista l’interruzione improvvisa di tantissime collaborazioni che tanti influencer, non solo quelli specializzati nel settore viaggi o moda, hanno dovuto fronteggiare, il Coronavirus non rappresenta la fine dell’Influencer Marketing. 

Gli influencer al microscopio

Il Covid-19 e la quarantena forzata non hanno danneggiato tutti gli influencer, bensì li ha messi sotto esame. 

Non sono molti quelli ad aver tenuto fino ad ora un alto profilo, ma il resto del settore, insieme a tantissime sponsorizzazioni, sta oscillando grazie ad alcuni comportamenti ingiustificabili.

Cosa è successo oltreoceano nel mondo degli influencers? A metà Marzo, Arielle Charnas, fondatrice di Something Navy, un blog che parla di abbigliamento e di lifestyle ha condiviso con i suoi 1.3 milioni di followers il suo essere positiva al Covid-19, pochi giorni dopo aver postato un suo video mentre si sottoponeva al test.

 Il fatto che abbia effettuato il test ha destato stupore in quanto i giovani difficilmente riescono a sottoporsi alla procedura, a meno che non abbiano il sistema immunitario compromesso o sintomi che indicano un’infezione. Ma ciò che ha catturato maggiormente l’attenzione della gente è che pochi giorni dopo aver rivelato i risultati del test, Charnas, suo marito, le due figlie e la loro tata hanno fatto i bagagli per trasferirsi in casa affitto negli Hamptons, documentando tutto su Instagram. Da lì sono partite le domande dal web con cui i suoi followers indignati richiedevano spiegazioni.

Arielle non è stata la sola a ricevere attacchi dal web: sono tantissimi infatti gli influencer, non solo stranieri, ad avere assunto un comportamento poco consapevole nei riguardi di questa emergenza e a pagarne ora le conseguenze, causate dal disappunto crescente, dallo scioglimento delle collaborazioni con i brand che decidono di prendere le distanze e dalla perdita dei followers.

Gli esempi positivi

D’altro canto però, ci sono state molte risposte positive tra gli influencers italiani, grazie anche al fatto che in tanti hanno scelto di utilizzare il proprio tempo libero creando contenuti di intrattenimento o formativi di un certo livello, spesso in collaborazione con diversi brand, oppure promuovendo iniziative benefiche e di raccolta fondi per ospedali e strutture in difficoltà.

Il Coronavirus non ha quindi bloccato l’influencer marketing, bensì ha soltanto portato alla creazione di contenuti diversi, premiando i content creator che hanno dal primo momento adottato un comportamento corretto e andando a penalizzare quelli che, invece, non l’hanno fatto.