Se l’Unione Europea avesse voluto lanciare una bomba sul turismo organizzato, difficilmente avrebbe potuto scegliere un’arma più efficace di questa nuova direttiva sui pacchetti turistici. Il settore è già stato messo a dura prova negli ultimi anni e ora, con queste nuove regole, rischia davvero il colpo di grazia.

Tatiana Sedlovska

Questo è quanto emerso da un confronto con Tatiana Sedlovska, CEO di GTS GROUP, che non usa mezzi termini: “Non è allarmismo, ma una constatazione concreta. Le nuove regole proposte sono penalizzanti, squilibrate e prive di una reale logica di tutela. Se approvate, metterebbero a rischio la sopravvivenza di migliaia di imprese, senza offrire un reale beneficio ai consumatori“.

Ma cosa prevede esattamente questa direttiva e perché sta facendo così discutere?

Perché colpire il turismo organizzato?

Questa direttiva impone restrizioni pesanti ai tour operator e alle agenzie di viaggio, mentre colossi tecnologici e compagnie aeree rimangono esenti da vincoli simili. Un trattamento impari che danneggia un comparto già provato da anni di difficoltà.

Ecco alcuni dei punti più critici della proposta:

🔹 Limite del 25% sugli acconti e saldo massimo a 28 giorni dalla partenza
Le compagnie aeree e gli hotel chiedono spesso il pagamento immediato e non offrono rimborsi. Se il tour operator deve acquistare un servizio con tariffa non rimborsabile, chi coprirà la differenza tra il 25% imposto dalla direttiva e il 100% richiesto dal fornitore? Questo obbligo metterebbe in difficoltà gli operatori, costringendoli ad anticipare cifre insostenibili.

🔹 Obbligo di un Trust per la gestione degli acconti
Il turismo organizzato è già soggetto a stringenti regolamentazioni, tra cui l’obbligo di aderire a fondi di garanzia per proteggere i viaggiatori in caso di insolvenza. L’imposizione di un ulteriore Trust rappresenta solo un ulteriore peso burocratico e finanziario, senza reali vantaggi per il consumatore.

🔹 Recesso senza penale senza criteri chiari e annullamento per “travel warning”
Oggi le normative garantiscono il rimborso in caso di eventi straordinari come calamità naturali o pandemie. Ora, si vuole permettere la cancellazione fino a 28 giorni prima della partenza basandosi su semplici “travel warning” del Ministero degli Esteri, senza nemmeno aspettare l’evolversi della situazione. Ma le compagnie aeree saranno obbligate a rimborsare i biglietti in questi casi?

🔹 Riduzione dei tempi di rimborso per insolvenza da 9 a 3 mesi
Una misura che ignora la complessità delle pratiche di rimborso e rischia di creare difficoltà insormontabili per molte imprese.

🔹 Sanzioni fino al 4% del fatturato
In un settore dove i margini di profitto sono già ridotti, una multa del 4% del fatturato per mancata conformità potrebbe mettere fuori mercato molte aziende.

Difendere il turismo organizzato è difendere il turismo stesso

Non possiamo permettere che questa direttiva venga approvata senza un confronto serio con gli operatori del settore. Il turismo organizzato è un pilastro dell’economia e della qualità dell’esperienza di viaggio per milioni di persone.

Serve una reazione decisa a livello nazionale ed europeo: il turismo organizzato non può diventare il bersaglio di misure sbilanciate e punitive. Questa battaglia non è solo per gli operatori, ma per l’intero sistema turistico e per tutti i viaggiatori.