Non sarà come quella del 1830 ma l'IVA relativa agli e-commerce sta per vivere una autentica "rivoluzione di luglio".
Non sarà come quella del 1830 ma l’IVA relativa agli e-commerce sta per vivere una autentica “rivoluzione di luglio“. L’Unione Europea, infatti, dal prossimo mese darà una svolta non indifferente alla legislazione che regola l’utilizzo dell’IVA all’interno del settore delle vendite online. Cosa cambia, però, realmente?
Prima di parlare di come realmente l’IVA sull’e-commerce subirà uno scossone, è necessario capire due cose: perché l’Unione Europea abbia deciso di accelerare verso questo cambiamento e soprattutto qual è la situazione attuale. Tutto nasce dallo studio del 2016 che la Commissione Europa ha realizzato per avere una chiara visione in merito alle perdite che gli stati membri sperimentano a causa della mancata riscossione dell’IVA.
Secondo le stime dell’Unione, sono 150 i miliardi di euro che gli Stati della comunità europea vedono persi e buona parte di questa cifra andrebbe in realtà nelle mani di truffatori, criminali o di organizzazioni terroristiche. Una situazione che l’UE ha deciso di non tollerare più soprattutto in seguito agli ultimi due anni di pandemia, uniti al relativo boom delle compravendite online. Insomma, le nuove norme, che entreranno in vigore a partire dal 1 Luglio 2021 e verranno applicate al commercio elettronico, hanno l’obiettivo di rimarginare queste perdite ma anche di ristabilire quella parità di competitività nei prezzi che da troppo tempo manca.
Eccoci arrivati al secondo punto. Per capire al meglio come funziona l’IVA all’interno delle transazioni online basta semplicemente fare riferimento al fatturato annuo che il negozio di e-commerce registra in 365 giorni. Abbiamo, quindi, due casi:
Insomma, il tutto si basa sui numeri del fatturato. Ovviamente, bisogna sempre tener conto che ogni Paese ha il proprio sistema di tassazione, quindi per qualsiasi dubbio è sempre meglio controllare con attenzioni le normative fiscali dello Stato a cui si deve fare capo.
Dopo questa lunga premessa, è arrivato il momento di vedere come da luglio questa “rivoluzione” dell’IVA andrà a cambiare il mondo dell’e-commerce. Queste nuove norme, secondo quelle che sono le parole dell’Unione Europea, andranno a snellire e migliorare le pratiche in campo fiscale. I punti cardine sono, essenzialmente tre:
“Salutiamo” le vecchie soglie nazionali che da luglio saranno abolite per fare spazio ad una soglia unica europea che si assesta sui 10.000 euro di fatturato annuo. Superata tale cifra bisognerà procedere a fatturare secondo l’aliquota IVA del paese di destinazione. Procedere direttamente alla fatturazione, comporterà quindi l’abolizione della registrazione presso le autorità fiscali locali per fare spazio ad uno sportello unico, un portale studiato appositamente per permettere di dichiarare e pagare elettronicamente l’IVA nel rispetto della legislazione di uno Stato diverso dal nostro.
Seconda novità riguarda le importazioni transfrontaliere con paesi terzi e le relative e possibili tasse doganali. Da luglio in poi le tasse della Dogana saranno esenti solo per i negozi online con fatturato inferiore ai 150 euro mentre chi supera tale cifra, dovrà necessariamente pagarle e sarà soggetto alla tassazione IVA dello Stato di destinazione. Il valore dell’importazione, quindi, non è più un fattore determinante.
Ultima, non certo per importanza, novità assoluta riguarda la responsabilità per l’IVA. Qui entriamo nel discorso Marketplace, tirando in ballo anche Amazon ed Ebay ovvero i due colossi dell’e-commerce su scala globale. Da Luglio in poi anche loro saranno considerati venditori a fini dell’IVA. Cosa significa? Che essenzialmente saranno responsabili di tutte quelle società che utilizzano i loro servizi e che sono registrate in paese fuori dall’Unione Europea. Per Amazon ed Ebay vuol dire dover gestire l’IVA dei paesi terzi extra UE.
Insomma, Luglio per tutti i venditori online sarà un mese di enormi cambiamenti. Ecco perché è sempre bene premunirsi e non farsi trovare impreparati a queste novità grazie all’aiuto di commercialisti ed esperti nel settore. Stiamo per entrare in una “nuova era” dell’IVA dell’e-commerce, meglio non trovarsi “fuori posto”.
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