In questo momento storico tutto sembra muoversi lentamente. Il silenzio interpreta il ruolo di protagonista in uno spettacolo dalle scenografie urbane deserte, con saracinesche abbassate e piazze vuote. Musei, teatri, cinema e anfiteatri restano chiusi mentre il Covid-19 vestito nei panni del Grinch ruba ogni cosa.

Gli eventi dell’anno tanto attesi da migliaia di persone sono sospesi e la domanda sorge spontanea: ma se la Biennale di Venezia è stata posticipata così come il Salone del Mobile e se il Salone del Libro valuta il rinvio o l’annullamento del suo periodico appuntamento annuale, quali prospettive future ci sono per il mercato dell’arte e più in generale per l’industria culturale?

Mentre il presente appare fermo all’emergenza Covid-19, il mondo dell’arte rivoluziona i propri meccanismi esplorando le nuove frontiere dell’era digitale. Internet diventa la terra da coltivare per i più vasti settori dell’arte, favorendo la possibile evoluzione della potenza economica in un momento storico in cui il concetto di riorganizzazione diventa fondamentale.

Attraverso la Rete il mondo dell’arte diventa fluido ed accessibile ad un target più vasto. Le opere d’arte vengono comprate, vendute ed esposte e il museo simbolo di una città diventa museo di tutti i luoghi nel campo infinito dell’era digitale. Novità anche nel settore teatrale, la quarta parete ovvero il muro immaginario che divide lo spettacolo dagli spettatori diventa lo streaming. Diversi teatri, infatti, per affrontare l’emergenza Covid-19 hanno scelto di mantenere aperta la loro attività promuovendo la programmazione di spettacoli su canali on-line.

A cosa serve l’arte se non ad innalzare gli animi ad uno stato più elevato? Il mondo ha bisogno di cultura ed è per questo motivo che diventa indispensabile essere fluidi, prendere esempio dai liquidi che riadattano la propria forma in base al recipiente che li ospita. La vera forma di rivoluzione parte dal cambiamento, esplorando nuovi orizzonti insieme.